Descrizione
La questione del “respiro” incrocia il mio lavoro dal 2014 circa, essendo presente in diverse mostre, come per esempio a Casabianca a Bologna, a Platforma a Bucarest, al MIDEC di Laveno, al CACT-MACT di Bellinzona nonché nella tappa del progetto Roaming (Riposizionamenti) presso l’ex archivio di Harald Szeemann a Maggia. Alla base v’è un’attenzione per l’infinitamente piccolo e per l’evanescente, nella consapevolezza del fatto che lì stia l’“essenza”. Non è un caso che dal pneuma dei greci allo spirito del cristianesimo il respiro sia un centro al punto di identificarsi con la vita stessa. E non è un caso che nella cultura orientale, in una visione che non distingue tra mente e corpo, la consapevolezza del corpo passa proprio attraverso la messa in atto del principio stesso della respirazione, l’atto di inspirare ed espirare.
Una forma che contenga le due azioni contrarie e l’atto che costituisce il loro esito, ovvero il respirare come movimento dell’inspirare ed espirare, è l’obiettivo di questo lavoro.
Nella lingua inglese la radice breath delle due azioni contrapposte, breath in e breath out, costituisce al tempo stesso anche l’esito dei due movimenti, ed è per questa ragione che la si assume come soluzione formale. Si immagina una forma/testo che, secondo la soluzione prospettata nelle immagini seguenti, possa essere collocata all’esterno o all’interno degli spazi di lavoro, unica o ripetuta.
Il senso è la proposizione di un principio vitale per un lavoro a misura d’uomo e l’affermazione di un elemento imprescindibile nei processi di innovazione delle metodologie di lavoro orientate a fare della dimensione umana un valore aggiunto. Dimensioni, materie ecc. sono puramente indicativi e da precisarsi nel corso dello sviluppo del progetto e della sua definizione operativa.
Flusso - Energia - WCM